Medici di famiglia e il Coronavirus

I medici di famiglia si trovano costretti a improvvisare una cura contro il COVID-19. Purtroppo non
ci sono ancora delle vere e proprie regole da seguire.

La conseguenza è che ognuno fa a modo suo, come meglio crede.

Quotidianamente i dottori vengono contattati telefonicamente da persone che presentano i sintomi
del virus che sono febbre, tosse, spossatezza, difficoltà respiratoria, diarrea e privazione di gusto e
olfatto.
In questi casi prima di tutto andrebbe fatto il tampone per dare una diagnosi certa, ma come si sa
questo non è ancora possibile. Poi andrebbe seguito un protocollo che però ancora non esiste.
Quindi i dottori non possono fare altro che prendere decisioni autonomamente in base alle proprie
conoscenze ed esperienze.

Cosicché c’è chi prescrive comuni medicinali come la Tachipirina alla quale delle volte viene
aggiunto altro, poi ci sono dottori che invece procedono con ecografie al torace.
In questo modo ogni paziente, che presenta i stessi sintomi e che molto probabilmente hanno
contratto lo stesso virus, viene curato in modo differente.

C’è da dire che ci sono medici di famiglia che non si limitano alla telefonata, ma vanno di persona
a casa del malato. Oppure c’è chi opta per la video chiamata. Questo varia anche in base alla
situazione che può essere più o meno grave e che quindi può richiedere un intervento diretto da
parte del dottore.

Inevitabilmente c’è al momento molta confusione, si sta cercando di risolvere, con i mezzi
attualmente a disposizione un problema del quale ancora non è stata trovata una soluzione
concreta.

Questo sfortunatamente è uno dei motivi che spiegano perché il numero dei contagiati è ancora
molto alto.

Stiamo parlando di pazienti che non vengono ricoverati in ospedale e che quindi devono essere
curati a casa e ai quali comunque non è stato fatto nessun tampone. Ciò comporta dei forti disagi
perché senza una diagnosi precisa non si può effettuare una cura mirata.
Il ricovero è previsto solamente per i casi molto gravi, ma non è sempre detto che venga accettato
il ricovero in ospedale oppure in assenza di posti li costringono a restare a casa per motivi
precauzionali.

Un altro aspetto da prendere in considerazione è che ai medici di base non è stata fornita nessuna
protezione. Non a caso ci sono stati diversi casi di decessi di dottori che non si sono risparmiati per
i loro pazienti. C’è da aggiungere che è altrettanto rischioso perché se si ammalano i dottori di
conseguenza rischiano di infettare anche i loro pazienti.
Abbiamo visto che uno dei problemi è la mancata o poca distribuzione di mascherine, guanti,
disinfettanti e tutto ciò che serve per tutelare i dottori e i pazienti.

Da una testimonianza raccolta dal quotidiano “L’Espresso” ci sono persino dottori che utilizzano il
casco e la tuta che la ASL gli assegnò 18 anni fa, in previsione della prima SARS che
fortunatamente in Italia non arrivò mai. Dato che questa volta non hanno ricevuto niente si trovano
a usare questo tipo di protezioni.

Si può dire che in Italia possiamo contare su persone competenti che mettono al servizio dei
cittadini le loro conoscenze e la loro preparazione a rischio della propria vita.

In questo periodo così complicato che ha sconvolto l’intero mondo, ci consola sapere che
possiamo contare su molte persone sia a livello umanitario che professionale. Non ci fanno sentire
soli in balia del nostro destino.

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