Ci sono le garanzie sui diritti umani per la Libia da parte del Senato

Al Senato è stato dato l’ok al decreto che si impegna a tutelare i diritti umani.

FIno all’ultimo momento la paura per un incidente politico è rimasta altissimo.

Il punto cruciale in senato era decisione per il finanziamento per l’impegno militare in Libia, questo finanziamento ha scatenato molte tensioni tra i partiti del governo, tanto che l’esecutivo era ad un passo dall’essere sospeso, ma il presidente della commissione Difesa è riuscito a salvare il possibile.

Lorenzo Guerini, il ministro della Difesa, ha visitato la Turchia per avere le garanzie da parte di Ankara, inerenti all’equilibrio sul mediterraneo e sulla Libia in particolare.

Il provvedimento prevede un rifinanziamento e anche la proroga per l’anno in corso della partecipazione di un contingente della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, la missione è una missione bilaterale, che vede dall’altra parte la Guardia Costiera della Marina Militare libica.

Questa missione è stata istituita per fronteggiare il fenomeno dell’immigrazione clandestina e dei trafficanti di persone, purtroppo sono molti anni che i diritti civili sono ampiamente violati.

L’obiettivo è quello di vigilare e di bloccare i traffici e gli sbarchi di persone.

Il rischio di una nuova ondata di immigrazione dalla Libia Verso l’Europa, rischia di assumere una portata mai vista, specialmente in questo periodo di estreme difficoltà legate alla pandemia.

Il tema sbarchi è molto sentito dai M5S, nonché i traffici illegali dei migranti, Il segretario dell’Onu denuncia l’arrivo incessante a Tripoli di armi e di mercenari.

Antonio Guterres ha denunciato la grave situazione che sta affrontando la Libia, dato che le interferenze straniere hanno raggiunto livelli massimi, continuano gli scontri e sempre più violenti.

Attualmente è stato violato l’embargo sulle armi che era stato sancito dall’Onu, la città di Tripoli è sotto costante assedio, e sono molte le entrate di armi da parte dei paesi straniere,  da una parte c’è la Turchia e la Russia e dall’altra parte Emirati ed Egitto.

Intanto l’amministratore delegato dell’Eni è volato in Libia, nella capitale assediata, l’Eni torna in Libia anche se la guerra civile non è ancora stata placata.

La società sta lavorando in Libia nel settore energetico per fornire pezzi di ricambio per mandare avanti la fornitura elettrica e di gas.

La epidemia da COVID-19 in Libia

L’allarme COVID-19 in Libia sta preoccupando l’italia, dato che vi è sempre il problema degli sbarchi, infatti anche se la libia è in piena epidemia non si sono placati gli sbarchi verso l’Italia.

I contagiati da Coronavirus in Libia possono essere un numero indefinito, visto che non vi sono né le norme di sicurezza, ne sono stati eseguiti molti tamponi.

La situazione umanitaria come abbiamo ampiamente sottolineato è devastante e il Coronavirus non sta aiutando affatto.

Solo Pochi giorni fa è risultato che la pandemia da COVID-19 che prima era stata tenuta sotto controllo è esplosa e purtroppo questo è un problema che è strettamente correlato con la nostra nazione, dato i molteplici sbarchi clandestini.

In Sicilia sono arrivati 44 migranti e 8 di questi erano affetti da Coronavirus, i riscontri dell’epidemia in Libia ancora sono incerti.

La commissione Europea ha stanziato 110 milioni di Euro alle autorità libiche per contrastare gli sbarchi in questo periodo molto difficile, questi fondi che si ammontano ad altri servono sia per contrastare gli sbarchi, che per sostenere la difficile situazione sanitaria che il paese sotto assedio deve affrontare.

L’Europa intanto ha voluto posticipare fino al 30 giugno 2021 le missioni sul territorio libico.

Le tensioni per i Raid

Come sappiamo il clima di tensione è molto alto, ma ora è diventato incandescente, dopo un Raid fantasma.

Sembra che un Raid fantasma molto preciso abbia colpito la base aerea di al-Watya, base strappata nel maggio scorso al controllo delle forze di Harafat e occupata dalle milizie del governo di accordo nazionale di Tripoli affiancate dai militari turchi.

Su questo aeroporto militare si è intensificata la presenza dei droni e di alcuni sistemi di difesa, molti affermano che questa basse preso diventerà turca.

Questo Raid avrebbe distrutto la sala operativa dei militari turchi causando la morte, tra questi sei ufficiali e un comandante.

Il Raid non è stato rivendicato da nessuno e il mistero si infittisce.

Inizia a scrivere il termine ricerca qua sopra e premi invio per iniziare la ricerca. Premi ESC per annullare.

Torna in alto