La Piramide Cestia di Roma torna a nuova vita

Nella città di Roma si trova una piramide unica superstite dei tempi antichi, che anche grazie a un giapponese sta rivivendo l’antico splendore.

Costruito circa 2000 anni fa come la tomba di sepoltura di Caio Cestio, un pretore romano, si innalza per un’altezza di 36 metri, anche sembra più bassa in quanto la base della piramide si trova sotto il livello stradale.

La piramide è un’opera di valore archeologico senza eguali, che grazie alla sua bellezza, attira turisti da tutto il mondo.

Dotato con stile egiziano e costruita dopo la conquista dell’Egitto, è il risultato di uno stile molto semplice, con affreschi sulle pareti della camera sepolcrale nello stile di Pompei, che si trova nei pressi di Napoli.

La piramide è di marmo bianco di Carrara, ma nel tempo, a causa della circolazione delle macchine e del traffico che affligge Roma, aveva perso da tempo il suo splendido colore marmoreo.

Quando si entra nella piramide i turisti devono accovacciarsi per percorrere il tunnel che porta alla camera sepolcrale. All’interno della camera sepolcrale i visitatori possono osservare che il tunnel percorso è stato scavato in epoca medievale, probabilmente dai tombaroli.

Le guide, fino alla camera di sepoltura affrescata di Caio Cestio, vengono svolte solo su prenotazione due volte al mese.

Non è l’unica ad essere stata costruita ai tempi dei Romani, almeno 4 ne sono esistite nell’antica Roma, ma solo una è arrivata fino ai giorni nostri.

A causa dell’inquinamento di Roma la piramide era divenuta di colore nero, un fattore pericoloso in quanto poteva corrodere il monumento.

Purtroppo, Roma non ha abbastanza fondi per proteggere e preservare i suoi monumenti archeologici, e diventa per la città un onere insostenibile curare le sue bellezze, a causa di un mal governo perdurato per anni.

Grazie ad un intervento esterno, i gioielli architettonici e monumenti antichi, come quello della piramide, hanno conosciuto nuova luce grazie ad una cooperazione tra settore pubblico e privato.

La società tessile che ha finanziato i lavori di restauro è diretta da Yuzo Yagi, che ha stanziato un finanziamento di € 2 milioni per il restauro completo.

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